Entità descritta da Lumare & Medagli (2017) insieme alle subspp. messapica e brundisina, tutte in osservazione dal 2015-2016. Gli autori hanno poi eseguito l'anno dopo un'accurata analisi biomorfometrica di questi esemplari a confronto con quelli di Serapias apulica presso il locus classicus sul Gargano; le varie differenze osservate, messe poi in risalto dall'Analisi Discriminante di Statistica Multivariata, hanno evidenziato aree di aggregazione ben delineate e distanziate, senza effetti di sovrapposizione (Lumare et al. 2018). Il carattere che più si discosta dal tipo in maniera costante è soprattutto dato dalle brattee fiorali, ma ognuna di esse - anche a seguito di successivi monitoraggi - in tutte le popolazioni di questi nuovi taxa si osservano caratteri propri abbastanza stabili, a conferma di un notevole stato di vitalità e di adattabilità. È quindi riconoscibile per tutti un processo di speciazione piuttosto avanzato, e sembra perciò adeguato il passaggio al rango specifico come 'microspecie'.
Serapias neretina è stata osservata in migliaia di esemplari nella costa ionica salentina all'interno del Parco Regionale di Porto Selvaggio, in territorio di Nardò (Lecce), sparsi o in fitti addensamenti (☞ foto in copertina). L'ambiente è vario, in prati e radure tra la macchia mediterranea e una pineta a pino d'Aleppo, a breve distanza dalla costa. Molto abbondanti anche altre Serapias come S. politisii e S. bergonii.
Bibliografia citata:
> LUMARE F. & MEDAGLI P., 2017: Studio morfometrico e tassonomico su alcune popolazioni di Serapias apulica (S. orientalis subsp. apulica) in Salento (Puglia). – GIROS Orch. Spont. Eur. 60 (1): 25-54.
> LUMARE F., MEDAGLI P., ROSSINI A. & QUITADAMO G., 2018: Studio di approfondimento su alcune sottospecie pugliesi di Serapias apulica. – GIROS Orch. Spont. Eur. 61 (2): 444-459.