In Italia viene usato anche il binomio Ophrys litigiosa (nel senso 'che provoca discordia' per la sua confusa identità), che secondo Soca (2003) sarebbe quello giusto da usare, in quanto il protologo di Ophrys araneola Rchb., seppur prioritario, si riferirebbe a una forma o lusus di Ophrys aranifera (= sphegodes). In realtà questa interpretazione non è seguita da alcun autore in Europa, anche nelle opere più recenti viene adottato l'appellativo araneola. In ogni caso, oltre alla situazione nomenclaturale, anche quella tassonomica è abbastanza confusa (Delforge la include nel ‘groupe O. incubacea’ anziché ‘sphegodes’), così come quella della sua effettiva distribuzione, anche perché esemplari simili occasionali si trovano ogni tanto anche al di fuori dell’areale noto.
Comunque, in presenza di altre entità simpatriche della serie Sphegodes, O. araneola si può riconoscere soprattutto per l’insolita sproporzione del labello, le cui misure sono ben inferiori alla lunghezza dei sepali e poco più della lunghezza dei petali; caratteristico anche il colore virante al giallo dello scapo e dei tepali. In Italia, oltre alle popolazioni nell’Imperiese, scoperte all'inizio degli anni 2000 da M. Ottonello, vi sono state poi altre segnalazioni: una popolazione nell’Alessandrino, due nel Cuneese (presso il capoluogo e nel Cebano) e alcuni sporadici esemplari in Emilia e in Lombardia. Precedenti indicazioni in Toscana e Lazio sono state attribuite ad altre Sphegodes s.s.
Bibliografia citata:
> SOCA R., 2003: Ophrys pseudospeculum, Ophrys araneola et Ophrys litigiosa. – Monde Pl. 478: 12-17.