Questa entità era considerata la variante più interessante di Serapias nurrica, caratterizzata dalla mancanza di callosità basali e dall'epichilo più stretto. Fu descritta da Senis et al. (2008, 2011) che ne scoprirono una popolazione in un eucalipteto del Campidano in velocissima espansione (fino a 600 esemplari in pochi anni). Purtroppo fu poi distrutta per messa a coltura dell'area e creduta estinta. Ma nel 2018 ne è stata scoperta una nuova popolazione in una pineta rada, ancora su suolo alluvionale e sempre nella Sardegna sud-occidentale (Licheri 2019), anche in questo caso purtroppo a rischio di scomparsa per la sofferenza dovuta ai periodi ricorrenti di siccità e soprattutto per la devastazione da parte dei cinghiali. Si è creduto opportuno considerarla una specie in via di formazione e non una semplice variante ecotipica di S. nurrica o una forma aberrante dovuta all’autogamia (non si tratta affatto di pochi individui isolati). Anzi è ormai un fatto certo la costanza dei suoi caratteri distintivi e la sua grande capacità di diffusione, che suggerisce lo sviluppo di un impetuoso processo di speciazione, forse ancora in corso.
Bibliografia citata:
> LICHERI A., 2019: Nuovo ritrovamento di Serapias nurrica subsp. santuingensis, considerata estinta dal 2013, nel Sud-ovest della Sardegna. – GIROS Orch. Spont. Eur. 62 (1): 220-224.
> SENIS S., GRASSO M.P. & ORRÚ G., 2008: Serapias nurrica Corrias var. santuingensis Senis, M.P. Grasso & Orrù var. nova. – GIROS Notizie 37: 15-21.
> SENIS S., GRASSO M.P. & ORRÚ G., 2011: Serapias nurrica Corrias subsp. santuingensis Senis, M.P. Grasso & Orrù, comb. et stat. nov. – GIROS Notizie 48: 30-31.