Albero tassonomico:
Etimologia:

Dalla specie tipica Ophrys bertolonii.

Sinonimi:

Ophrys sect. Araniferae subsect. Mediosignatae p.p. Nelson 1962

Ophrys sect.  Bertoloniorum P. Quentin 1993

Ophrys sect. Araniferae subsect. Bertoloniorum (P. Quentin) Hennecke 2021

Classificazione piante

Series:
Bertoloniorum
nom. prov. [Ophrys sect. Bertoloniorum P. Quentin 1993]

Descrizione e caratteri comuni

La ser. Bertoloniorum è un raggruppamento monofiletico tra i più recenti della sect. Araniferae, centrato essenzialmente sull’Italia e collegato all’evoluzione successiva dei complessi ibridogeni Lunulatae ed Exaltatae.
⬅︎ In copertina un esemplare di Ophrys bertolonii con labello più largo e poco insellato, caratteri intermedi verso Ophrys benacensis. Foto di Maurizio Antonetti, Appennino tosco-emiliano tra  Firenze e Bologna, inizio Giugno 
2015.

Caratteri distintivi

Diagnosis della sect. Bertoloniorum, after P. Quentin 1993, Cah. Soc. Fr. Orch. 1: 13:
Labellum plusminusve trilobatum, saepe sellae forma, circumnexum pileo fusco bene crescento cum macula integra aut incisa speculi forma.
Species typica Ophrys bertolonii Moretti, Pl. ital. decas. 6: 9 (1823).

Caratteri comuni ai taxa della ser. Bertoloniorum:
– petali a punta triangolare, spesso rivolti all’indietro;
– labello scuro fino a nerastro, intero o subintero, spesso piegato verso l’alto nel terzo distale da 45 a 80°;
– gibbe assenti  o appena accennate;
– macula in posizione centrale, a specchio circolare o scutiforme.

Caratteri distintivi dei taxa della ser. Bertoloniorum:
la specie di riferimento è Ophrys bertolonii (= Ophrys romolinii sensu Soca), caratterizzata da labello insellato, ma soprattutto dalla cavità stigmatica più alta che larga. Tutte le altre entità sono considerate di probabile origine ibridogena (paleoibridi derivati da quella con altri taxa della sect. Araniferae), con un solo stabile carattere discriminante comune: la cavità stigmatica più larga che alta. Perciò alcuni ritengono che sarebbe giusto sinonimizzare tutti i paleoibridi sotto una sola entità ibridogena, individuata in Ophrys flavicans Vis. 1892. Non siamo d’accordo con questa posizione, che reputiamo troppo semplicistica.

 

distribuzione

Complesso centro-ovest-mediterraneo, così strutturato:
- una specie di riferimento centrale: Ophrys bertolonii, essenzialmente italica;
- quattro specie presenti in Italia: Ophrys benacensis (Italia settentrionale e Provenza), Ophrys saratoi (Liguria e Provenza), Ophrys bertoloniiformis e Ophrys explanata (Italia meridionale);
- due specie mediterranee occidentali: Ophrys catalaunica e Ophrys balearica (Catalogna e Francia sudoccidentale) e una adriatica: Ophrys flavicans (Dalmazia).

Osservazioni

Le vicende storico-tassonomiche di Ophrys bertolonii sono state ben ricostruite da Soca (2001b, 2007), che, oltre ad aver fissato come neotipo il foglio d'erbario di Padova del descrittore Moretti (l'erbario di Genova era andato distrutto), ha evidenziato gli errori formali e le imprecisioni sostanziali che si sono succedute nel tempo da parte dei vari botanici. Le sue conclusioni si basano sulla convinzione che il protologo di Moretti si riferisse alla 'O. benacensis' del Nord-Italia e che la 'O. bertolonii' della penisola fosse un'altra specie fino allora innominata, che egli stesso ha chiamato Ophrys romolinii. La convinzione si basa tutta sul fatto che le antiche illustrazioni non riportano la curvatura del labello ('insellatura'). Ma chi può dire se nell'800 i botanici reputassero distintivi e importanti (come avviene oggi) certi particolari come la piegatura del labello o la cavità stigmatica più o meno bassa o larga? tanto più che esiste una vasta area a sud del Po, soprattutto l'Appennino settentrionale, dove gli esemplari presenti possiedono regolarmente caratteri intermedi tra queste due entità. Inoltre le analisi molecolari avevano confermato (a partire da Caporali et al. 2001) che tutto il complesso si basa su una sola specie, appunto Ophrys bertolonii, mentre le altre entità descritte sono di natura ibridogena (siano essi stabili paleoibridi o ibridi più recenti in possibile ulteriore evoluzione).
L'ipotesi di Soca appare quindi come il risultato di una visione piuttosto soggettiva e non globale, e quindi opinabile. Fatto sta che, a oltre 20 anni di distanza dalla sua pubblicazione, nessuno degli studiosi europei né alcuna delle numerose guide uscite nel frattempo ha mai adottato la proposta di Soca (a parte le sue).
In questa sede confermiamo quindi la 'impostazione tradizionale', con le precisazioni di Hennecke (2021, Distribuzione).
In ogni caso va ricordato che il Codice prevede espressamente che 'un nome attribuito per parecchio tempo a una certa entità, anche se in modo errato rispetto a quanto intendeva il suo autore, dovrà continuare a essere usato per quella entità se ormai è entrato nell'uso comune'. Ci sembra proprio il caso di Ophrys bertolonii, binomio usato per due secoli per indicare l'entità di riferimento di questo complesso.

Bibliografia citata:
CAPORALI E., MARZIANI G., SERVETTAZ O., SPADA A. & GRÜNANGER P., 2001: Molecular (RAPD) analysis of some taxa of the Ophrys bertolonii aggregate (Orchidaceae). – Isr. J. Pl. Sci. 49 (2): 85-89.
> HENNECKE M., 2021: Beiträge zur Gattung Ophrys. Selbstverlag, Remshalden (D).
SOCA R., 2001b: The Ophrys of the section Bertoloniorum (Orchidaceae). – Monde Pl. 96 (472): 10-15.
SOCA R., 2007: The Ophrys of the section Bertoloniorum (Orchidaceae). – Caesiana 29: 13-33.

Livello tassonomico superiore

Livelli tassonomici inferiori

Specie

Questa è l'intestazione

Ophrys bertolonii
Dedicata al botanico bolognese Antonio Bertoloni (1775-1869).

Questa è l'intestazione

Ophrys benacensis
Da Benaco, antico nome del lago di Garda.

Questa è l'intestazione

Ophrys bertoloniiformis
Somigliante nella forma a O. bertoloni.

Questa è l'intestazione

Ophrys explanata
In latino ‘chiara, distinta’, riferita forse all’eleganza del fiore.

Questa è l'intestazione

Ophrys saratoi
Dedicata a César Honoré Sarato (1829-1893), naturalista francese, suo scopritore.