Albero tassonomico:
Etimologia:

In greco 'ophrys' è il sopracciglio (allusione alla pelosità del labello o alla forma dei petali?), ma potrebbe anche derivare da 'ophis' (serpente), di significato ancora più ignoto (predilezione comune per ambienti assolati?).

Sinonimi:

Heterotypic Synonyms:
Arachnites F.W. Schmidt 1793
Myodium Salisb. 1812

Classificazione piante

Genus:
Ophrys
L. 1753. Sp. Pl. 2: 945.

Descrizione e caratteri comuni

Ophrys è il genere simbolo delle orchidee mediterranee. Una ‘ofride’ è  sempre inconfondibile a prima vista rispetto a ogni altro genere, soprattutto per la curiosa forma del labello, somigliante all’addome di un insetto. Ma anche le altre parti del fiore sono funzionali a una strategia riproduttiva straordinaria, che consiste appunto nell’imitazione della femmina di un insetto tramite stimoli non solo visivi ma anche olfattivi e tattili, al fine di invitare l’insetto maschio a una copulazione con il fiore, ovviamente tutta a vantaggio della pianta. Infatti le masse polliniche del fiore sono fatte in modo che si attaccano al corpo dell’insetto durante i tentativi di “pseudocopulazione”, pronte per essere rilasciate nelle successive visite su altri fiori, che possono così essere fecondati. Si tratta di una mimesi di tipo sessuale estremamente specializzata, in particolare quando è rivolta a una sola specie di insetto.
↰ In copertina, a sx Ophrys speculum, a dx il suo impollinatore specifico Dasyscolia ciliata, sovrapposto a un'immagine UV di colore rosso. Con le linee bianche sono collegate le parti dell'insetto imitate dal fiore: in alto il capo con le antenne (perigonio con i petali), al centro il torace (base del labello), in basso l'addome (parte centrale e inferiore del labello). Le frecce verdi indicano gli occhi composti dell'insetto (pseudo-occhi del fiore), le altre frecce colorate le coppie di zampe, le rosse e le viola quelle anteriori e quelle centrali (imitate dai sepali laterali), quelle gialle le coppie posteriori (gibbosità del labello). La pelosità diffusa ai margini del labello fornisce gli stimoli tattili giusti per l'insetto. After © M. Hennecke: Beiträge zur Gattung Ophrys. Selbstverlag 2021: abb. 34/1
Ripartizione del genere Ophrys in cladi: Abbastanza chiara sembra la struttura filogenetica principale di Ophrys, divisa generalmente in 3 cladi (Hennecke 2021). Qui evitiamo di identificare ognuno di essi con un sottogenere, preferendo la suddivisione di ognuno in sezioni (escluso il clado A, monosezionale). I cladi sono di seguito elencati con le sole sezioni che comprendono taxa presenti in Italia:
  • Clado A, clado basale del genere, con l’unica Sect. Ophrys e l’unica specie Ophrys insectifera.
  • Clado B, diviso in 4 sezioni: SpeculumBombyliflorae (queste due più ancestrali), Tenthrediniferae e Pseudophrys, quest’ultima di evoluzione recente e di struttura complessa.
  • Clado C, diviso in 3 sezioni: ApiferaeAraniferae e Fuciflorae, queste ultime due tra le più complicate dell’intero genere.
Le sezioni dei cladi B e C possono dividersi a loro volta in serie. Attraverso le schede di queste categorie si arriva alle schede dei singoli taxa, qui in gran parte presentati come specie, anche nei casi più dubbi.

Caratteri distintivi

Caratteri comuni del genere Ophrys:
– radici con 2 (a volte 3) tubercoli ovoidi;
– foglie in rosetta basale, poche quelle cauline (le inferiori guainanti, le superiori bratteiformi);
– scapo spesso e carnoso, con brattee foliacee;
infiorescenza lassa e generalmente pauciflora;
fiori regolarmente allogami entomogami, raramente autogami con ricorso all’autoimpollinazione (O. apifera), mai cleistogami;
petali più piccoli dei sepali, spesso di forma diversa;
labello che imita un insetto, in genere con pelosità marginale e parte centrale glabra, spesso con una macula più o meno lucida e multiforme;
sperone assente;
– ginostemio arrotondato in basso e con apice appuntito.
Numero cromosomico 2n = 36 (nelle schede si segnala il numero cromosomico solo se diverso da questo, in caso di poliploidia non occasionale.

 

 

distribuzione

Ophrys può essere definito un genere circummediterraneo, anche se alcune specie raggiungono a ovest le isole Canarie, a nord il centro della Scandinavia, e est l'Iran e a sud il Maghreb in Nordafrica. La maggiore diffusione e diversificazione sono comunque concentrate negli ambienti mediterranei, specialmente europei; salendo di quota e di latitudine il numero di specie diminuisce notevolmente.

⬆︎ Areale del genere Ophrys. After © BOURNÉRIAS, PRAT et al. (collect. S.F.O.), Les Orchidées de France..., 2005: 310.

Osservazioni

Se il genere Ophrys è sempre ben identificabile sul campo, spesso molto più difficile è il riconoscimento dei singoli taxa. Per molti raggruppamenti infatti la situazione tassonomica è confusa e si è complicata ancora di più nei decenni finali del XX secolo e in quelli iniziali del XXI, quando si è avuto un proliferare di nuove specie non sempre giustificabile, anche dal punto di vista  della valutazione delle differenze morfologiche. La variabilità nelle Ophrys è solitamente alta, sono piante spesso di recente e attiva evoluzione, e il suddetto metodo tradizionale morfologico di definizione dei possibili taxa è quasi sempre insufficiente da solo, e a volte anche quando giustamente è abbinato a tecniche statistiche di valutazione delle affinità filogenetiche. In questo senso i progressi delle analisi genetiche appaiono sempre più indispensabili per una corretta delimitazione dei taxa e dei loro raggruppamenti tassonomici.
Anche l'idea di considerare l'evoluzione fenotipica di ogni specie legata alla presenza di propri insetti impollinatori specifici, convince solo in alcuni casi (per esempio quello raffigurato in copertina di Ophrys speculum e Dasyscolia ciliata), date le sempre più numerose osservazioni dirette del ricorso a impollinatori plurimi o del tutto occasionali.
In questa sede comunque abbiamo pensato che il nostro compito fosse quello di presentare i vari taxa nel modo più completo ma meno complicato possibile, privilegiando il concetto di specie rispetto ai livelli infraspecifici, nel rispetto del pensiero e dell'opinione di gran parte degli autori. Certo vanno ben 'centellinate' posizioni estreme come quella di Delforge 2016 (330 specie di Ophrys!) o - dal lato opposto - quella di Kühn et al. 2019, con appena 23 specie (ma con svariate decine di sottospecie), sulla scia delle liste compilate da Govaerts (Kew) e  dei nordeuropei in generale. Abbastanza 'lumper' anche la monografia di Hennecke 2021, con appena 65 specie più una ventina di origine ibridogena, e la riduzione al rango varietale di molte 'specie' di Delforge. In conclusione vanno sempre tenute presenti:
1) l'importanza del rispetto per quanto possibile del criterio dell'isolamento geografico - o almeno ecologico - nel definire una sottospecie: se questo criterio manca o è dubbio, non ci può essere sottospecie, ma solo specie o varietà (o forma);
2) l'importanza dell'ibridazione nel genere Ophrys: non parliamo dei pur frequenti ibridi occasionali, ma dei complessi o 'sciami' ibridi che possono portare a popolazioni stabilizzate e a possibili successive speciazioni. In questa sede non possiamo trattare a fondo  l'argomento, ma ne parliamo solo nei casi di singoli taxa presenti in Italia con questa probabile origine.

Bibliografia citata:
> DELFORGE P., 2016: Orchidées d'Europe..., 4° éd., Delachaux et Niestlé, Paris (F).
> HENNECKE M., 2021: Beiträge zur Gattung Ophrys. Selbstverlag , Remshalden (D).
> KÜHN R., PEDERSEN H.Æ. & CRIBB P., 2019: Field Guide to the Orchids of Europe and the Mediterranean. Kew, Richmond (UK).

Livello tassonomico superiore

Livelli tassonomici inferiori

Specie

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